Il Mediterraneo si impone come il fulcro di un processo che vuole essere, nello stesso tempo, di sviluppo economico, di stabilizzazione politica, di integrazione sociale e culturale. La diffusa consapevolezza che non ci sarà possibilità di condivisione degli equilibri internazionali se al centro di questi equilibri non si determinano le condizioni affinché il Mediterraneo diventi un “mare di pace”, obbliga ad accelerare i tempi dell’incontro, se non già dell’integrazione; rende necessario favorire tutte le modalità di riconoscimento reciproco; sollecita ad inventarne anche di nuove misurate sulle esigenze di generazioni giovani in tumultuosa trasformazione. La Scuola vuole avere un carattere formativo nel senso ampio del termine, aprendosi anche a esperienze professionalizzanti e non tradizionalmente accademiche. Il richiamo, quindi, a discipline statutariamente definite (storico-geografiche, economiche, giuridiche, antropologiche, di tutela dei beni culturali) per un verso deve tener conto dell’apporto innovativo dell’incrocio interculturale dei saperi, e, dall’altro, va ad intersecarsi – come si è detto – con la presenza di competenze del mondo del lavoro.