SEMINARIO: La mostra ‘Argentina: identità nella diversità’. Italiani e Piemontesi protagonisti dell’architettura.

Torino, OGR, 27 maggio 2013

Nel contesto del Festival “Architettura in Città 2013”,  è per la prima volta presente un “Paese ospite”: l’Argentina, il cui Ministero degli Affari Esteri ripropone la mostra Argentina: Identità nella diversità, già allestita alla Biennale di Venezia del 2012  per l’inaugurazione  del Padiglione argentino all’Arsenale.  

 

Ideata da un gruppo rappresentativo delle Istituzioni di architettura di tutto il Paese, la mostra esprime il “territorio comune” dell’architettura argentina, nel quale sono confluite le tante “diversità” d’origine là giunte grazie all’apertura generosa della giovane nazione alla immigrazione proveniente da svariati continenti e differenti culture.  Fra queste, la mostra riafferma la storica amicizia tra l’Argentina e l’Italia, i cui immigrati  molto contribuirono a connotare la produzione architettonica argentina, e rende speciale omaggio ai tanti architetti e tecnici italo argentini autori di edifici pubblici,  teatri,  palazzi, come di  semplici case d’abitazione in tutto il Paese.  Oltre all’architettura storica, la mostra  presenta esempi della produzione architettonica contemporanea, di sicuro interesse, mostrando opere e progetti vincitori di concorsi nazionali ed internazionali.  La mostra stessa, per l’allestimento, è stata riconosciuta ”opera d’arte”, perché frutto del genio del grande architetto italo argentino Clorindo Testa, che purtroppo è mancato poche settimane fa, e per il quale la manifestazione sarà occasione di un commosso ricordo.

A Torino, la mostra  sarà arricchita da una sezione su tre  architetti di  nascita o almeno formazione piemontese che, pur grandi in Argentina,  sono sconosciuti  da noi.  Essi sono il progettista del Palazzo del Congresso di Buenos Aires Vittorio Meano, nato a Gravere nel 1860,  Augusto Cesare Ferrari, pittore e architetto autore di chiese tardo neogotiche soprattutto a Cordoba, nato nel Modenese nel 1871 ma formato a Torino, e  Francesco Teresio Gianotti, l’architetto  di due fra i più innovativi edifici privati di Buenos Aires di inizio Novecento, nato a Torino nel 1881. Sei pannelli e un filmato ne documenteranno le figure e le opere. Fra di loro, verrà maggiormente focalizzata la figura di Vittorio Meano, del  quale saranno  presenti due rari esemplari di album a stampa da lui pubblicati nel 1892 e 1895 (El Nuevo Teatro Colon e Edificio para Congreso Nacional) da lui inviati a grandi esponenti della cultura architettonica italiana ed il ritratto giovanile firmato da Giacomo Grosso, il pittore di Cambiano famoso fra Otto e Novecento quale esponente del “realismo borghese”, fra l’altro autore del grande “panorama” della battaglia di Maipù, allestito  a Buenos Aires su incarico del Governo argentino per il centenario della Rivoluzione di maggio (1910), al quale collaborò anche il Ferrari.
Alla mostra verrà accostato un “Seminario”, che  il 27 maggio, in anteprima rispetto all’apertura del Festival, ne tratterà i temi, spiegando la mattina le ragioni della esposizione  e l’impronta italiana nell’architettura e nelle città argentine e il pomeriggio comunicando lo stato di avanzamento degli studi sui “Piemontesi”, soprattutto sulla loro formazione precedente all’imbarco, per molti aspetti finora poco chiarita.  Saranno presenti docenti delle università italiane maggiormente impegnate in queste ricerche: la Sapienza di Roma, l’Università di Ferrara, i Politecnici di Milano e Torino, insieme coi curatori di sezione e convegno: il giovane architetto argentino Emiliano Cruz Michelena Valcarcel e Liliana Pittarello, già direttore regionale del MIBAC.

 

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