POST-MODERNO, ARCHITETTURE E MIGRAZIONI

Colloquio con Peter Carravetta, Stony Brook University, New York

intervengono: Giovanni Durbiano, Maddalena Tirabassi e Gianni Vattimo

Mercoledì 26 Giugno 2013, ore 16:30
Sala Zodiaco - Castello del Valentino, Viale Mattioli 39,Torino

A partire da una riflessione generale sugli aspetti ormai noti dell'epoca postmoderna - marcata da profonde crisi del sapere, della filosofia, e delle ideologie - l'autore propone un dialogo su quattro argomenti di immediata rilevanza: globalizzazione, migrazione, abitazione, sorveglianza, e sul loro intrecciarsi nel determinare le reali possibilità di mantenere, o ripensare, le prospettive per una società democratica.

Il migrare, Peter Carravetta sostiene nel suo recente saggio Sulle tracce di Hermes, non è epifenomeno socioeconomico (come viene tipicamente considerato nell'epoca degli stati-nazione) ma aspetto intrinseco, antropologicamente e filosoficamente parlando, di homo humanus, cioè homo viator, è ontologicamente parte di homo sapiens… ed è qui che l'idea di domus, di habitat entra in scena, e dove l'architettura ci potrebbe dimostrare che in effetti l'ossessione con i monumenti o palazzi millenari o eterni nasce da un rifiuto di accettare (o da esigenza di esorcizzare) la transitorietà, la metamorfosi costante.

Per quello che riguarda le migrazioni, uscire dal determinismo economico-giuridico invita a ripensare-rimette in discussioni gli stessi paradigmi che hanno accompagnato la lettura delle mobilità, come ad esempio il localismo, in cui le radici sono sovrastimate, ma anche aprire a una nuova interpretazione delle mobilità in cui il migrante diventa “l’altro necessario per ogni definizione del sé o dell’identità socociopoltica… abbassando (così) la soglia del sospetto”.

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