In memoria di Nunzio Pernicone

Nato New York da genitori italiani nel 1941 Nunzio ha dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca storica. La sua attenzione si è concentrata sul mondo anarchico italiano negli Stati Uniti. Le sue ricerche e i suoi lavori su Carlo Tresca (Carlo Tresca. Portrait of a Rebel, 2010), Arturo Giovannitti, Sacco e Vanzetti e su Luigi Galleani hanno segnato una tappa importante nella ricostruzione della storia politica degli italiani in America. 

È venuto meno, il 30 maggio 2013 a Philadelphia, Nunzio Pernicone. Per chi si occupa di emigrazione, di movimenti politici e di radical italiani, il nome di Pernicone è conosciuto da molti anni, per lo meno dalla fine degli anni settanta, da quando fu notato da Paul Avrich in un incontro pubblico a cui prese parte anche Raffaele Schiavina, leader storico, oltre che testimone, di trent’anni di vita politica italoamericana.

Nato New York da genitori italiani nel 1941 Nunzio ha dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca storica. La sua attenzione si è concentrata sul mondo anarchico italiano negli Stati Uniti. Le sue ricerche e i suoi lavori su Carlo Tresca (Carlo Tresca. Portrait of a Rebel, 2010), Arturo Giovannitti, Sacco e Vanzetti e su Luigi Galleani hanno segnato una tappa importante nella ricostruzione della storia politica degli italiani in America. La sua conoscenza storica, oltre che personale, di diversi testimoni degli eventi da lui studiati, ne fanno uno storico indispensabile per chi si avvicina al tema. Studioso coraggioso, Nunzio ha saputo andare anche controcorrente, nonostante molta parte della storiografia propugnasse tesi discordati, soprattutto in un caso, come quello di Sacco e Vanzetti, che prima o poi dovrà essere ripensato anche in Italia. Lavorava da molti anni alla Drexel University di Philadelphia e aveva insegnato in molte altre università, tra le quali la Columbia University e la University of Illinois. Storico versatile Nunzio ha partecipato a diverse trasmissioni televisive e  radiofoniche. In Italia lo ricordiamo anche per la sua partecipazione al documentario “Pane amaro” di Gianfranco Norelli.

Oltre alle doti professionali e culturali, va ricordata la sua grande umanità e la sua pressoché totale disponibilità nei confronti di colleghi, di studiosi e studenti. Dopo la scomparsa di Paul Avrich nel 2006 e di Rudi Vecoli nel 2008, gli storici dell’emigrazione e dei comportamenti politici perdono un altro importante punto di riferimento. Umano e culturale.

 

Michele Presutto

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